giovedì 16 dicembre 2021

LA CASA GRECA


 οικία  - oikia




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Fonti scritte

Oltre ai resti archeologici, i siti sono orientati direttamente sulla struttura e sull'organizzazione della casa greca. Molti autori infatti, parlando di altri argomenti a volte aggiungono nelle loro opere dettagli sull'organizzazione o sulla struttura delle case della loro epoca che possono dare informazioni molto importanti. 

Alle donne e ai bambini, il gineceo (in cui poteva accedere solo il marito e pochi parenti stretti). L'androceo era per gli uomini, mentre la parte dedicata agli ospiti stranieri era la terza parte, che Vitruvio dice non essere fondamentale, seppur a volte presente. Secondo lui, in ognuna di queste parti, era presente una corte con peristilio. Questo particolare in effetti ha suscitato molti dubbi ed ha più volte portato a interpretazioni sbagliate dei resti archeologici, troppo spesso studiati nell'intenzione di riconoscere nelle vestigia giunteci proprio la casa descritta nel trattato dell'architetto romano. È infatti difficile credere che le case della gente comune (e spesso povera) avessero due o addirittura tre corti a peristilio e dunque ci si può domandare a quale tipo di casa facesse veramente riferimento Vitruvio. Diverse proposte sono state avanzate, c'è chi ha proposto di riconoscere la casa vitruviana nelle case di Delo, che però studi più approfonditi hanno dimostrato non trattarsi di case singole con più corti, ma di più case riunite in sorte di nuclei; c'è chi invece ha proposto di cercarne il modello nelle case dell'aristocrazia macedone di epoca ellenistica, in particolare nelle case della capitale del regno, Pella, idea questa che ha buoni motivazioni per essere sostenuta; altri ancora ne vedono la fonte di ispirazione addirittura nei palazzi dei re e dei principi ellenistici, soprattutto macedoni, come per esempio i palazzi di Pella o di Aigai, con le loro sontuose e vaste corti. La questione della vera natura della casa descritta da Vitruvio resta dunque ancora aperta.

Senofonte

Anche Senofonte, nel suo testo di economia, ci dà alcune informazioni sulla struttura e soprattutto sull'organizzazione della casa dei suoi tempi. L'aspetto forse più interessante è che anch'egli descrive la presenza di locali prettamente riservati alle donne ed agli uomini, ma ne da una spiegazione ed una funzione totalmente diversa da quella che ci si potrebbe attendere e per certi versi sorprendente. Egli infatti afferma che uomini e donne potevano accedere abbastanza liberamente a più o meno tutti i locali. 

Lisia

Lisia, come molti altri logografi, nelle orazioni che scrive spesso per sostenere le sue accuse o per difendere un suo cliente ci descrive alcuni particolari interessanti riguardo alle abitazioni dei suoi tempi.

Da questo passaggio si capisce che la casa della gente di Atene poteva avere anche due piani, e che questi piani erano divisi fra uomini e donne: al piano superiore vi erano i locali delle donne, al piano inferiore, dove venivano anche accolti i visitatori, vi erano i locali degli uomini. I neonati sembra stessero al piano inferiore, per sicurezza probabilmente, motivo per cui appunto nel caso descritto da Lisia, la moglie di Eufileto, chiede di poter dormire al piano inferiore.

Da un altro passo della stessa orazione inoltre si capisce che al piano inferiore vi era una sorta di atrio ...... si potrebbe pensare che questo "atrio" non sia altro che una corte, come quelle descritte da Vitruvio, e che dunque le due porte siano rispettivamente la porta che dalla strada dà alla corte e la porta che dalla corte dà alla camera da letto. Questa però resta soltanto un'ipotesi, in nessun passaggio dell'orazione infatti Lisia parla dell'esistenza di una vera e propria corte.





 


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