«Quando sono "nel" mio dipinto, non sono cosciente di ciò che sto facendo.
È solo dopo una sorta di fase del "familiarizzare" che vedo ciò a cui mi
dedicavo. Non ho alcuna paura di fare cambiamenti, di distruggere
l'immagine, ecc., perché il dipinto ha una vita propria. Io provo a farla
trapelare. È solo quando perdo il contatto con il dipinto che il risultato è
un disastro. Altrimenti c'è pura armonia, un semplice dare e prendere, ed il
dipinto viene fuori bene.»
(Jackson Pollock)
Jackson Pollock, pittore statunitense considerato uno dei
maggiori rappresentanti dell’Action Painting. Questo termine venne coniato da
Harold Rosenberg nel 1952 nel suo saggio “The American Action Painters” e
deriva dalla tecnica utilizzata da Pollock nelle sue opere, il drip painting,
TECNICA
Il "drip painting", uno stile che si
diffuse tra gli anni quaranta e sessanta del Novecento, è un modo di
dipingere in cui il colore viene fatto sgocciolare (to drip, in
inglese) spontaneamente, lanciato o macchiato sulle tele. L'opera che ne
risulta enfatizza l'atto fisico della pittura stessa. Pollock compie l'opera
con procedimenti automatici, gesti incondizionati e spontanei, come i
surrealisti. I suoi lavori non nascono come “arte studiata” ma si affidano
in parte anche al caso, dipingendo in modo impulsivo e istintivo.
Non abbiamo l'opportunità di usare questa tecnica, ma proviamo a riprodurre una dei suoi capolavori.
"The Mask" rappresenta in parte la proiezione del suo inconscio su
tela , ma anche un tributo ad opere
di altri artisti, in particolare Pablo Picasso.
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