NEOLITICO - AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO
Circa 12 000 anni fa al termine dell'ultima glaciazione il clima divenne più mite e
i ghiacciai lasciarono il posto a foreste di betulle, querce, abeti, faggi e immense
praterie.
Si estinsero
i grandi mammiferi come il mammut e il rinoceronte lanoso mentre
altri,
come le renne, i cervi, gli orsi e i bisonti, si spostarono più a nord.
Iniziò un periodo nuovo: il Neolitico o età della pietra nuova. L'uomo imparò a
levigare la pietra, iniziò a praticare l'agricoltura e l'allevamento; abbandonò così
la vita nomade e diventò sedentario, stabilendosi in luoghi adatti alle nuove
attività.
La scoperta dell'agricoltura fu la
conquista più importante del Neolitico. Già nel
Paleolitico erano stati
scoperti i cereali.
Essi venivano raccolti, macinati con pietre,
impastati con acqua e fatti cuocere,
ma nessuno aveva mai pensato di
coltivarli.
Furono probabilmente le donne, mentre raccoglievano bacche
ed erbe selvatiche,
ad accorgersi che dai semi caduti a terra nascevano
nuove piantine. Provarono
così a seminare nel terreno dei chicchi e a
prendersene cura, ottenendo così ogni
anno nuovi raccolti.
Le prime
piante coltivate furono i cereali, come orzo, miglio, farro, grano; poi
vennero coltivati i legumi, come lenticchie, piselli, fave e infine piante che
producevano fibre tessili,
come il cotone e il lino.
Si liberavano i terreni da sterpaglie ed
alberi, si arava il campo, si seminava e
infine si mietevano le spighe
mature.
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