lunedì 11 luglio 2016

I CRETESI

DOVE ABITAVANO


I cretesi abitavano in un' isola chiamata CRETA.



Questa isola si trovava al centro del Mare Mediterraneo.

ATTIVITA'


Grazie alla loro posizione, i Cretesi diventarono padroni dei traffici del Mediterraneo. I Cretesi scambiavano, con gli altri popoli del Mediterraneo e della Mesopotamia, molti prodotti come armicorazzeutensili e ornamenti realizzati in bronzooro e argento.
Il bronzo veniva ottenuto fondendo il rame con lo stagno. I Cretesi acquistavano il rame nell'isola di Cipro e lo stagno sulle coste del Mar Nero e della Spagna dove veniva fatto arrivare, tramite le carovane, dalle miniere dell'Europa settentrionale.
Un altro prodotto venduto dai Cretesi erano i vasi di ceramica ritrovati un po' in tutto il bacino del Mediterraneo orientale e in Egitto (http://www.storiafacile.net/cretesi/economia_cretese.htm)


ORGANIZZAZIONE SOCIALE


Le città cretesi o minoiche erano governate da un re, chiamato misosse (dal nome del prmo e leggendario re). La classe dirigente era formata dai sacerdoti e dall’aristocrazia, all’interno di essa si selezionavano i sovrani e i funzionari che sarebbero serviti per l’amministrazione dello stato. I comandanti militari rivestivano un ruolo importante soprattutto per la difesa e possedevano consistenti patrimoni derivati dai bottini di guerra. Le classi produttive erano formate da artigiani, agricoltori e allevatori. Alla base della scala sociale stavano gli uomini non liberi distinti tra servi della gleba, venduti assieme alle terre che coltivavano, e schiavi impiegati anche nelle opere edilizie e nelle miniere. Sistema politico: monarchia, il re ha poteri pressoché illimitati. 





PALAZZI

I palazzi erano come palazzi-città perché oltre al re ci abitavano anche gli artigiani, sacerdoti, familiari del re. Le case avevano tubature quindi acqua potabile. La civiltà era sotto il potere del re, dei mercanti più ricchi e di altre persone. Il re era affiancato da un consiglio di sacerdoti. Nel palazzo cerano circa dodicimila persone. Nel momento della massima espansione vivevano centomila persone: Creta a quei tempi era una vera metropoli.

Palazzo di Cnosso

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Storia del palazzo


"Il Principe", affresco dal sito archeologico di Cnosso, oggi esposto al Museo archeologico di Iraklio.
Abitato già nel neolitico, divenne un florido centro della civiltà minoica verso il 2000 a.C., epoca della costruzione del grande palazzo che, privo di mura difensive, era sintomo dell'egemonia cretese sul mar Egeo. In questo periodo gli abitanti di Cnosso cominciarono ad avere rapporti economici e commerciali con la civiltà egizia e vengono addirittura dipinti straordinari affreschi prodotti con le tradizionali tecniche degli abitanti del Nilo. Verso il 1700 a.C. un cataclisma, forse un terremoto provocato dall'eruzione del vulcano dell'isola di Thera (l'odierna Santorini), distrusse tutti i palazzi dell'isola, incluso quello di Cnosso. Durante il periodo neopalaziale (1700 a.C.-1400 a.C.) il palazzo venne ricostruito ancora più sontuoso di quello di epoca palaziale, ancora una volta privo di mura difensive, cosa che testimonia la totale assenza di invasioni da parte di altri popoli. Verso il 1450 a.C. Cnosso fu devastata dai micenei, popolazione proveniente dal Peloponneso, come testimoniano i testi in lineare B rinvenuti nel palazzo, finché verso la metà del XIV secolo a.C. la città iniziò a decadere. Vi sono infine fonti che indicano la presenza di artigiani cretesi nelle città micenee dove veniva apprezzata la loro alta conoscenza nel campo dell'oreficeria.
















Per volere del dio Poseidone, che voleva punire Minosse, Pasifae diede alla luce un figlio mostruoso: il Minotauro, una creatura dal corpo di uomo e la testa di toro che si nutriva solo di carne umana.


In questo modo il dio del mare volle per sempre ricordare a Minosse quanto folle sia l'azione di un uomo che si ribella al potere degli dei.
Minosse, quando vide la creatura, diede incarico a Dedalo di costruire un labirinto talmente intricato dal quale nessuno sarebbe potuto uscire per rinchiudervi il Minotauro, in modo che non avesse alcuna possibilità di fuga. Dedalo, nella speranza di guadagnarsi la fiducia del sovrano, costruì quello che è noto alla storia come il labirinto di Cnosso.
Vuole così la leggenda che il Minotauro venisse rinchiuso nel labirinto e che ogni anno sette giovani e sette fanciulle ateniesi (che erano stati vinti dal re di Creta) venissero sacrificati al Minotauro per saziare la sua fame di carne umana.

Per due volte fu ripetuto il sacrificio fino a quando, alla terza spedizione, giunse a Creta Teseo, figlio di Etra ed Egeo, sovrano di Atene, che si finse parte del gruppo dei sacrificandi perchè voleva porre fine a quelle morti. L'impresa era molto difficile non solo perchè doveva uccidere il Minotauro, ma perchè una volta entrato nel labirinto, era impossibile uscirne. Il giovane chiese allora aiuto ad Arianna figlia di Minosse e sorellastra del Minotauro, alla quale dichiarò il suo amore e questa a sua volta, innamoratasi perdutamente di Teseo, si consigliò con Dedalo che gli suggerì di legare all'ingresso del labirinto un filo che sarebbe stato dipanato mano mano che si procedeva. In questo modo sulla via del ritorno, riavvolgendolo, si sarebbe trovata l'uscita.



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